E’ in discussione alla Camera un Atto del Governo, sottoposto a parere parlamentare, che regola gli inadempimenti in materia di mutui immobiliari.
Si tratta di uno schema di decreto legislativo per il recepimento della “direttiva 2014/17/UE in merito ai contratti di credito ai consumatori relativi a beni immobili residenziali nonché modifiche e integrazioni del titolo VI-bis del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, sulla disciplina degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi e del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141 e che il Governo ha inteso sottoporre prima al parere del Parlamento”.
Per il recepimento della direttiva europea, il Governo aveva approvato il 21 gennaio scorso, in esame preliminare, un decreto legislativo, contenente diverse forme di tutele per i consumatori in rapporto con operatori e strumenti finanziari relativi al credito per gli immobili. Ne parlavo già nel mio primo post dedicato.
L’Atto del Governo n. 256, scaricabile dal sito della Camera, contiene anche indicazioni su come gestire l’inadempimento del consumatore, modificando il TUB (Testo Unico Bancario), ed è ora all’esame della Commissione Finanze della Camera, il cui parere non è comunque vincolante per il Governo.
Questo Atto, al comma 3 dell’art. 120-quinquiesdecies, afferma infatti che “le parti del contratto possono convenire espressamente, al momento della conclusione del contratto di credito o successivamente, che in caso di inadempimento del consumatore la restituzione o il trasferimento del bene immobile oggetto di garanzia reale o dei proventi della vendita del medesimo bene comporta l’estinzione del debito, fermo restando il diritto del consumatore all’eccedenza. Il valore del bene immobile oggetto della garanzia è stimato da un perito scelto dalle parti di comune accordo con una perizia successiva all’inadempimento secondo quanto previsto all’articolo 120-duodecies”.
In pratica, se il mutuatario risultasse inadempiente (cioè se saltassero sette rate di mutuo, anche non consecutive), la banca avrebbe la possibilità di prendere possesso dell’immobile e venderlo, per coprire il credito, e l’eccedenza andrebbe al consumatore. Questa norma sarebbe però in contrasto con il divieto di patto commissorio, sancito dall’art. 2744 c.c., cioè il divieto di trasferire il bene ipotecato al creditore.
Il testo governativo ha l’intenzione di snellire le procedure, in caso di inadempimento, saltando quindi il passaggio in Tribunale, che ha tempi lunghi, e cercando di combattere in questo modo il problema delle sofferenze bancarie. Inoltre, secondo i proponitori del provvedimento, questo snellimento sarebbe anche a vantaggio dei consumatori stessi, che avrebbero a disposizione un’eccedenza maggiore di quella ottenibile tramite la vendita giudiziaria.
Sono di segno opposto le considerazioni delle opposizioni politiche e di diverse associazioni dei consumatori, che vedono nell’art. 120-quinquiesdecies citato sopra un forte rischio di mancata tutela, di un esproprio, per i cittadini/consumatori, benché la direttiva europea dovrebbe essere recepita proprio nel senso della tutela e della trasparenza. Il mancato passaggio presso il Tribunale viene ritenuto infatti un’attenuazione eccessiva della tutela per i mutuatari. Inoltre, non è chiaro come andrebbe gestita l’eventuale retroattività, cioè la stipula di questo specifico patto successivamente alla conclusione del contratto di credito, per cui questo potrebbe sostanzialmente significare una revisione in corso d’opera. E, più in generale, viene segnalato il rischio di distorsioni del mercato, se l’immobile venisse rivenduto senza eccedenza per il debitore, e quindi potenzialmente a prezzi di mercato più bassi della media.
Resta inteso, come recita l’articolo 120-quinquiesdecies, che le parti “possono convenire espressamente” la restituzione o il trasferimento del bene immobile in caso di inadempienza, non c’è quindi obbligo di aggiungere tale clausola al contratto di credito.
La materia è estremamente delicata. Non c’è dubbio che il tema delle sofferenze bancarie meriti attente riflessioni ed azioni che restituiscano la piena possibilità di garantire il credito ad imprese e famiglie. Ritengo però che i cittadini/consumatori debbano essere tutelati, sempre, soprattutto in una fase come quella attuale, in cui le loro sofferenze non sono di poco conto, in molti casi. E non è opportuno che la casa diventi rischio, se non certezza, di ulteriore precarietà.
Il recepimento della direttiva europea dovrà essere attuato dal Governo entro la fine di questo mese. Sarà mia cura, come sempre, continuare a seguire il dibattito parlamentare in corso, per pubblicare gli aggiornamenti, qui sul mio blog, sul percorso di questa norma.
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