La Regione Lazio ha istituito le comunità energetiche, per favorire la produzione e l’autoconsumo di energia dalle fonti rinnovabili.
Il provvedimento
L’istituzione delle comunità energetiche è contenuta nella Legge Regionale n. 1 del 27/2/2020 – “Misure per lo sviluppo economico, l’attrattività degli investimenti e la semplificazione” – pubblicata sul BUR n. 17, Supplemento n. 2.
L’articolo 10 del provvedimento prevede che, senza finalità di lucro, siano istituite le comunità energetiche, per superare l’utilizzo del petrolio e ei suoi derivati e “incentivare la produzione, lo scambio e l’autoconsumo di energie prodotte principalmente da fonti rinnovabili, di sperimentare e promuovere nuove forme di efficientamento e di riduzione dei consumi energetici nonché di favorire l’educazione e la consapevolezza energetica dei cittadini”.
L’obiettivo delle comunità energetiche
Queste comunità non hanno come fine il profitto, ma la produzione di energia rinnovabile a basso impatto ambientale, con progetti innovativi, utilizzando in maniera sostenibile i beni comuni e collettivi del territorio.
Pertanto, l’obiettivo primario è l’autoconsumo dell’energia prodotta dalla comunità ed, eventualmente, l’immagazzinamento della stessa, per ridurre consumi e tariffe.
Le comunità energetiche diventano, quindi, soggetti produttori di energia, purchè la quota di energia per l’autoconsumo dei membri, prodotta annualmente dalle fonti rinnovabili, sia superiore al 60% del totale.
Le comunità redigono un bilancio energetico ed un documento strategico da trasmettere alla Giunta del Lazio per verificare la coerenza delle azioni poste in essere con il piano energetico regionale.
Chi può dare vita alle comunità energetiche
Le comunità energetiche possono nascere e svilupparsi su iniziativa di:
- comuni;
- unioni di comuni;
- associazioni di cittadini.
Questi soggetti adottano uno specifico protocollo d’intesa e possono coinvolgerne altri, sia pubblici che privati, in base ad un regolamento che dovrà essere definito dalla Giunta regionale.
Inoltre, le comunità energetiche possono stipulare accordi con l’Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente), per ottimizzare la gestione e l’uso delle reti di energia.
Il regolamento
Entro quattro mesi dall’entrata in vigore della legge (quindi entro fine giugno 2020), la Giunta regionale dovrà emanare il regolamento, per definire:
- i requisiti dei soggetti partecipanti;
- le prassi di gestione delle fonti e di distribuzione dell’energia prodotta;
- le modalità di controllo e monitoraggio delle attività comunitarie;
- le regole del sostegno finanziario (la Regione Lazio ha stanziato 150mila euro per il triennio 2020-2022);
- le modalità di redazione dei documenti strategici da parte delle comunità.
Finchè il regolamento non sarà vigente, i comuni o le unioni di comuni potranno creare comunità energetiche in base a protocolli d’intesa preventivamente approvati dalla Giunta regionale.
Il Consiglio regionale avrà il compito di monitorare l’attuazione concreta della legge e la Giunta relazionerà biennalmente sulle attività svolte dalle comunità energetiche, con dati e informazioni sugli interventi, sulle risorse, sugli obiettivi raggiunti e le criticità riscontrate.
Le comunità energetiche previste anche dal Milleproroghe
Praticamente in parallelo con l’adozione del provvedimento regionale, al Senato veniva approvato definitivamente il cosiddetto Milleproroghe che, tra l’altro, contiene l’istituzione delle comunità energetiche, anticipando sostanzialmente il recepimento dei contenuti della Direttiva (UE) 2018/2001, relativa alla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili.
Il testo licenziato al Senato prevede che queste comunità possano essere istituite da soggetti che producono energia per l’autoconsumo, senza fine di lucro, con impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza non superiore ai 200 kW.
L’Arera e il Ministero dello Sviluppo Economico dovranno adottare i relativi provvedimenti attuativi.
In prospettiva
Tanto nel provvedimento regionale che nel Milleproroghe, l’istituzione delle comunità energetiche vuole dare corpo ad un passaggio: dalla dimensione individuale a quella comunitaria, territoriale, locale.
I consumatori di energia possono diventare produttori per l’autoconsumo, allo scopo di ridurre le bollette e l’impatto sull’ambiente.
Spero quindi che, a partire dal Lazio, questa iniziativa sia portata avanti a livello locale, con il supporto istituzionale regionale, per migliorare la qualità della vita dei singoli, dei gruppi, delle comunità.
In attesa della definizione del regolamento regionale, sarà interessante capire come potranno associarsi i cittadini per creare comunità energetiche. Mi vengono in mente persone che vivono in uno stesso condominio, zona o quartiere, che potrebbero essere già associati in modo formale o meno, e che, per puntare alla produzione per l’autoconsumo energetico, rinnovano il proprio patto o creano forme associative ad hoc.
Come ho già ampiamente scritto sul mio blog, esistono, ad ulteriore supporto, i bonus fiscali per le case ed i condomini, per avvalersi di interessanti soluzioni di efficientamento energetico.
Non di meno, anche il mondo del credito immobiliare si sta aprendo a livello europeo, con il progetto dei mutui verdi, sulla dimensione della sostenibilità.
Sarà quindi mia cura, come sempre, continuare a seguire e raccontare l’evoluzione delle comunità energetiche, a partire dal territorio laziale.
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