Promosso dal Tribunale di Roma, è stato firmato il 26 luglio scorso il nuovo Protocollo d’intesa per la gestione dei beni sequestrati e confiscati nel territorio laziale.
Due anni dopo la firma di un primo Protocollo avente carattere sperimentale, l’iniziativa promossa dal Tribunale di Roma vede stavolta un pool di firmatari veramente molto ampio. Si tratta di istituzioni, enti pubblici e privati, datoriali e sindacali, associazioni.
Ecco i firmatari: Tribunale di Roma (in qualità di coordinatore), Roma Capitale, Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma, Unindustria, Confcommercio di Roma, ABI (Associazione Bancaria Italiana), CGIL, CISL, UIL, Federlazio, Coldiretti Lazio, CNA Roma, Libera (Associazioni nomi e numeri contro le mafie) e Legacoop. Il Protocollo prevede l’adesione successiva di altri enti e organismi interessati.
L’intesa prevede che la gestione dei beni sequestrati e confiscati possa costituire sviluppo economico e sociale e che sia garantito per quanto possibile lo sviluppo ed i livelli occupazionali, consentendo “la continuità delle attività delle imprese, costituite in forma societaria ed operanti nel territorio laziale, sottoposte a sequestro”. Inoltre, visti i buoni risultati raggiunti dal precedente Protocollo, questa volta l’intesa si intende prorogata sine die.
La compresenza di firmatari istituzionali e privati dovrà garantire che ci sia attenzione agli aspetti giuridici, sociali, economici ed occupazionali derivanti dalla messa in sequestro o confisca di un bene.
Il ruolo di Roma Capitale sarà quello di dare continuità all’azione avviata con la firma del primo Protocollo, avvenuta nel marzo 2014, e confermando quindi gli obiettivi proposti dal Tribunale di Roma. La firma della Sindaca Virginia Raggi è stata autorizzata con l’apposita Deliberazione n. 3 del 21 luglio 2016, che contiene anche il testo integrale del Protocollo, compresi i ruoli che saranno svolti da ogni ente firmatario. Puoi scaricare la Deliberazione cliccando qui.
L’immagine a corredo di questo post rappresenta l’ingresso della Casa del Jazz, attiva dal 2005 in un bene confiscato alle mafie, assegnato al Comune di Roma nel 2001.
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